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Green pass al lavoro: cosa dice il Garante Privacy?

Green pass al lavoro: cosa dice il Garante Privacy?

Confindustria e i Sindacati hanno assunto posizioni diverse, ma vediamo come si è espresso in merito il Garante per la protezione dei dati.
I rappresentanti sindacali si sono espressi ribadendo di non essere contrati al Green pass, ma ritengono di non essere loro a doverlo imporre ai lavoratori e che piuttosto si a il governo a introdurre l’obbligo per legge.
La loro preoccupazione è che l’obbligo del certificato verde diventi un pretesto “per discriminare e licenziare”, oltre che “una violazione della privacy”.
Sulla questione è già intervenuto il Garante con il provvedimento n. 273 del 22 luglio 2021 nel quale ha precisato che non esiste un obbligo automatico di esibizione del Green Pass per accedere ai luoghi di lavoro.
I dati personali inerenti alla vaccinazione – così come qualsiasi dato personale che riguardi la salute dei dipendenti – devono, infatti, essere trattati solamente tramite il medico competente nei limiti e alle condizioni previste dalle disposizioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro. 
La posizione espressa quindi dal Garante è che l’esibizione del Green Pass non può essere ritenuta una condizione necessaria per accedere ai luoghi di lavoro e, qualora fosse indispensabile prevedere un obbligo automatico generalizzato in questo senso, si dovrebbe provvedere con una norma di rango primario, ovvero una legge.
Al momento non esiste una norma che dispone in ambiente lavorativo l’esibizione di un attestato comprovante l’avvenuta vaccinazione o di un tampone negativo, previsto limitatamente agli esercenti professioni sanitarie.